domenica 27 ottobre 2019



Django è uno schiavo nero di proprietà dei fratelli Speck. Dopo un periodo incatenato ad altri schiavi viene rintracciato da un cacciatore di taglie che lo “acquista”. Il servo servirà per rintracciare i fratelli Brittle e da quel momento quindi vi è una collaborazione per trovarli.
Questa breve trama serve solo per farsi una piccola idea del film, che si collega all’idea di Hegel della relazione tra servo e padrone. Questo rapporto nel film non è illustrato totalmente in maniera negativa , ma con ironia. All’inizio c’era un rapporto basato su reciproci interessi, ma verso la fine del film ognuno cambia e acquisisce la propria identità e libertà. Come sappiamo dal rapporto servo-padrone: il signore è la coscienza essenziale per sé. Il padrone procura al servo oggetti e bene che egli si limita a consumare. Il servo invece pur negando questi oggetti, non distrugge le cose ma le trasforma con il suo lavoro. Il servo ha sperimentato il suo essere autocoscienza nella paura della morte, egli preferisce sottomettersi e perdere la propria indipendenza pur di aver salva la vita.



Ragione osservativa: la coscienza nel vano tentativo di raggiungere Dio, scopre di essere essa stessa Dio cioè si essere il soggetto assoluto. Qui l’autocoscienza si eleva a ragione e assume in sé ogni realtà. La ragione inizia a seguire una prospettiva naturalistica, dove segue la scienza basata sulla logica sperimentale e leggi della natura.  Qui nella natura la ragione si disperde e vi é una crisi perché si rende conto che cercando qualcosa di esterno non vi sarà mai un realizzamento.

Ragione attiva: delusa dalla scienza, la ragione si rivolge verso se stessa. Da qui si affermerà la razionalità soggettiva per arrivare poi alla consapevolezza dell’attività creatrice del soggetto. Qui la coscienza cerca di dominare la natura facendone l’oggetto del piacere. La coscienza si dirige verso la legge del cuore e pretende di guarire il mondo da tutti i suoi mali. Così la coscienza afferma la propria individualità come un principio rivoluzionario. Successivamente comprende che si deve andare oltre il sentimento individuale e conquistare la virtù che aspira alla dimensione dell’universalità.


Possiamo dire che la fenomenologia definisce la piena consapevolezza di sé da parte dello spirito che alla fine si scopre il fondamento e origine di tutta la realtà.
Questa piena consapevolezza c’è grazie alma ragione filosofica.
La fenomenologia segue il divenire razionale è alla fine rileva un ritmo dialettico che sarebbe un movimento che ha come sua “origine” un momento negativo( antitesi) che produce un’opposizione rispetto alla tesi. Si afferma quindi  una visione ottimistica della realtà e della storia infatti lo sviluppo dialettico delle realtà necessità appunto di questa contrapposizione e della negazione, ma me supera successivamente in una sintesi superiore. Questa sintesi rivela la razionalità della storia e giustifica ogni evento all’interno di una visione onnicomprensiva. Si identifica inoltre con il sapere assoluto e lo stesso sistema hegeliano.



certezza sensibile: nel momento della sensazione il particolare appare come verità; ma presto esso appare come autocontradditorio, al punto che, per comprendere il particolare, bisogna passare al generale

percezione: nel momento della percezione l’oggetto parrebbe essere la verità; ma anch’esso è contraddittorio perché risulta uno e molti, ossia un oggetto con molte proprietà a un tempo


dell’intelletto: nel momento dell’intelletto l’oggetto appare come un “fenomeno”, il quale è prodotto di forze e di leggi: e qui il sensibile si risolve nella forza e nella legge, che sono appunto opera dell’intelletto; la coscienza giunge a comprendere che l’oggetto dipende da qualcos’altro, ossia dall’intelletto, e dunque da se stessa. In tal modo la coscienza diventa auto-coscienza (sapere di sé)


L’Autocoscienza:

  • la distinzione tra “signore” e “servo”: Il signore ha rischiato nella lotta il suo essere fisico e nella vittoria è diventato, di conseguenza, signore. Il servo ha avuto timore della morte e, nella sconfitta, per aver salva la vita fisica, ha accettato la condizione di schiavitù ed diventato come una “cosa” dipendente dal signore. Il signore usa il servo e lo fa lavorare per sé, limitandosi a “godere” delle cose che il servo fa per lui. Ma, in questo tipo di rapporto, si sviluppa un movimento dialettico che finirà col portare al rovesciamento delle parti. Infatti il signore finisce col diventare “dipendente dalla cose”, perché disimpara a fare tutto ciò che fa il servo, mentre il servo può diventare indipendente dalle cose, facendole
  • Lo Stoicismo:rappresenta la libertà della coscienza che riconoscendosi come pensiero, si pone al di sopra della signoria e della servitù. Ma lo Stoicismo, volendo liberare l’uomo da tutti gli impulsi e da tutte le passioni, lo isola dalla vita e di conseguenza, secondo Hegel, la sua libertà resta astratta, si ritrae dentro sé. 
  • La Coscienza infelice:Questa  coscienza ha solo una infranta coscienza di sé, perché cerca il suo oggetto in ciò che è solo in un mondo irraggiungibile: essa è collocata in questo mondo, ma è tutta rivolta all’altro (irraggiungibile) mondo: ogni accostamento alla Divinità trascendente significa (per la coscienza infelice) una propria mortificazione e un sentire la propria nullità. 







  • Essa descrive l’emergere dell’idea e della ragione nella storia. È un’introduzione alla filosofia ma è anche un fare filosofia. Essa mostra come la coscienza sia capace di portare armonia perduta in un mondo nuovo. Ha una funzione pedagogica perché corrisponde con l’idea della comprensione assoluta.

    La fenomenologia si configura come un romanzo filosofico della coscienza.

    La parola deriva da phainomenon che vuol dire fenomeno/apparenza. É un fenomeno della coscienza umana della storia.

    Vi sono varie figure della Fenomenologia:


    • Coscienza: è l’attenzione per l’oggetto → certezza sensibile; percezione; intelletto 
    • Autocoscienza: attenzione per il soggetto → rapporto  servo-padrone; stoicismo e scetticismo; coscienza infelice
    • Ragione: riconoscimento dell’unità di soggetto e oggetto → ragione osservativa( scienza); ragione attiva(azione individuale); ragione legislatrice e esaminatrice(individualità in se e per se) 

    lunedì 21 ottobre 2019

         





    Hegel e il concetto” ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale:

    Con questo Hegel intende riassumere quello che costituisce uno delle cose fondamentali del suo pensiero cioè l'identità tra Ragione e realtà. La Ragione (il razionale) è reale in quanto si attua nella realtà in forme concrete; essa non rimane un concetto astratto, ma si può trovare nel mondo concreto poiché ogni fatto che si realizza ha la ragione del suo verificarsi. D'altra parte tutto ciò che esiste (il reale) è manifestazione concreta della ragione. Non esiste contrasto e nemmeno differenza tra la Ragione e la realtà: ciò che accade è giusto, è logico e naturale che accada. 



    Dialettica: 
    La dialettica è  la legge che regola il divenire. Inoltre secondo Hegel pensare dialetticamente significa pensare alla realtà come ad un insieme di processi che procedono secondo lo schema fisso di tesi antitesi  e sintesi ovvero affermazione di un concetto, sua negazione e infine unificazione di affermazione e negazione in una sintesi superiore. Riaffermazione che viene identificata da Hegel con il termine tecnico Aufhebung, il quale evidenzia l'idea di un superamento.