lunedì 23 dicembre 2019

Nietzsche:

Nietzsche ha un approccio vitalista alla vita. Teorizza il superuomo “ L über mensch” che abbraccia  la vita. Egli studia la filologia dove il suo primo lavoro importante è stato” nascita della tragedia” dove noi da quest’ultima abbiamo il compito di staccarci, deriva da riti Dioniaci legati proprio a Dioniso. Vi era un’esperienza legata a questi riti che era una fonte che prevedeva una frattura cruenta tramite danze, ubriacature e  sacrifici di animali, vi era un eccesso di perdita dell’io nella natura, nell’eros. Nietzsche colloca la nascita nel teatro. Si definisce il più grande psicologo della storia perché sa interpretarla al meglio.

Articola il suo pensiero in diverse fasi:

  • Nella prima lui afferma che alla base della civiltà greca ci sono due principi: Apollineo: problema della misura e ordine, della musica armonica.  Apollo era il fratello di Dioniso e usava la lira per suonare. L’apollineo è una dimensione armonica dov’è vi è un’identità equilibrata.   Dionisiaco: problema caos, potenza, creatrice, dell’ebbrezza, e sensualità. Lui pensa che la tragedia nasce dai canti corali in onore di Dioniso cioè ha origine da un’esperienza caotica e irrazionale. La tragedia inizia il suo declino con Euripide infatti nelle sue tragedie predomina il dialogo a discapito della musica e del coro. La filosofia di Socrate è alla base della decadenza della cultura occidentale infatti a partire da essa viene esaltato il pensiero svalutando la vita concreta e i suoi valori. Questa prima fase è simboleggiata dal cammello e indica colui che è fedele alla tradizione. 
  • Nella seconda fase afferma che occorre adottare il metodo della scienza per smascherare là false credenze infatti le dottrine della metafisica, morale e scienza. Egli afferma che Dio è morto perché sono crollate le certezze e i valori assoluti lasciando posto al nichilismo. Gli uomini però non sono pronti ad accettare le conseguenze di tutto ciò per cui hanno sostituito Dio con i nuovi idoli( scienze; stato ecc..). La morale é uno strumento di dominio come quella degli schiavi ed è prodotta dall’istinto di vendetta degli uomini inferiori contro i forti e ha operato un rovesciamento di valori rispetto alla morale dei signori cioè ha negato i valori di fierezza legati al corpo; e ha affermato i valori di rassegnazione e debolezza legati allo spirito. Questa fase é simboleggiata dal leone che rappresenta lo spirito libero.  
  • La terza fase afferma che l’oltreuomo è capace di sopportare le implicazioni della morte di Dio e sa dire “ si” alla vita e godere del corpo. Può sopportare l’idea dell’esterno ritorno cioè l’ipotesi che la storia sia un grande circolo e che tutto sia destinato a ritornare essa è contrapposta all’idea del tempo lineare secondo cui la storia è una catena di momenti irripetibili verso un fine ultraterreno. Inoltre è espressione compita della volontà di potenza la quale è essenza della vita cioè impulso a crescere; è arte cioè azione produttiva del senso del mondo.  L’oltre uomo inaugura un nuovo modo di rapportarsi ai valori. Questa fase è rappresentata dal fanciullo che rappresenta appunto l’oltreuomo che va oltre l’uomo stesso inaugurando un nuovo inizio. 
Schopenhauer:


I temi trattati principalmente da lui  sono:
La morte; sul mistero dell’eternità e sullo smarrimento di fronte la natura maestosa.

  • La sua opera principale è: il mondo come volontà e rappresentazione dove l’autore doveva diffondere  la verità sul mondo vile e meschino. La risposta principale che l’autore di vuole dare è : “ che cos’è il mondo?” Ci sono in questo caso due prospettive cioè quella della scienza e della filosofia. Sono due visioni secondo il quale il mondo é una mia rappresentazione e una secondo il quale il mondo é volontà di vivere. 
  • Il mondo come rappresentazione: una verità evidente, non deve essere provata. Vi è la consapevolezza che non è possibile sapere come le cose siano in se stesse, cioè come é in relazione ai miei organi di senso. Il mondo non esiste se non non nel rapporto tra soggetto e oggetto che caratterizza la rappresentazione. Egli così critica sia il realismo sia l’idealismo. Così egli pensa che né il soggetto può prevalere sull’oggetto nè l’oggetto sul soggetto. Vi è una rappresentazione fenomenica che non può sussistere indipendentemente dal soggetto il quale organizza e ordina i fenomeni grazie a le forme a priori dello spazio e del tempo e alla categoria di causa. Tutta la realtà si risolve in una rete grazie al principio di ragion sufficiente dove ci sono quattro configurazioni diverse: 
  • Principio del divenire che spiega la relazione causa effetto
  • Principio del conoscere che regola il rapporto logico tra promesse e conseguenze 
  • Principio dell’essere che ordina le connessioni spazio temporali e rapporti tra enti geometrici e matematici 
  • Principio dell’agire che stabilisce la connessione causale tra le azioni che si compiono e i motivi per cui sono compiute. L’intero universo umano è quindi un sogno e illusione(espressione Maya) 
  • Il concetto di mondo come rappresentazione nasce da Cartesio perché egli credeva che non conosciamo la vera realtà ma solo le sue risposte alle nostre ipotesi. La natura è qualcosa di esterno. Con Cartesio nasce anche il metodo scientifico dove la scienza permette all’uomo di capire la natura( il corpo lo conosciamo attraverso idee chiare e distinte). 
  • Il mondo come volontà:  ogni cosa non è che una manifestazione di tale cieco impulsò a esistere e ad agire. Il corpo ha una duplice valenza: da un lato é un oggetto tra gli oggetti; dall’altro lato è anche la sede in cui si manifesta una forza irriducibile alla rappresentazione. La volontà è il noumeno, la cosa in sé cioè la vera essenza della realtà. Egli giunge ad una conclusione approfondendo la fenomenologia del volere è spiega che rinvia al desiderio, che la vita è anche dolore. Così l’essere umano ricerca sempre la felicità insaziabile. L’esistenza è anche noia, una condizione di vuoto. Il filosofo spiega quindi che nel mondo prevale il dolore.
  • Esprime che ci sono tre possibili vie di liberazione dal dolore: 
  • L’esperienza estetica: è disinteressata r mira all’ideale e rappresenta un quietivo del desiderio. 
  • La morale: grazie alla compsssionr consente di superare le divisioni tra un soggetto e l’altro. Consente di oltrepassare le manifestazioni fenomeniche della volontà che rende l’uomo consapevole delle dolorose conseguenze a cui essa conduce. 
  • L’ascesi: costituisce l’estremo atto di negazione della volontà di vivere( noluntas). Nell’autore l’ascesi  viene riconosciuta nella conquista del nirvana cioè nell’esperienza del nulla. 
Generale pensiero( video):
Nel contenuto generale delle sue opere egli credeva che non è il nostro io a governare la nostra esistenza, ma è la volontà irrazionale cioè la potenza della natura per la quale gli essere umani sono solo funzionari per garantire l’auto conservazione. Vi è quindi una doppia soggettività:
-Illusoria dell’io ad esempio sogni che vanno a costruire un mondo immaginario.
- Soggettività della specie: gli uomini sono funzionari per la conservazione della specie.
Egli nel suo pensiero è stato influenzato dalle religioni orientali per il rapporto con Majer con pubblicazioni di testi contenenti le teorie orientali e le upanishad cioè una serie di scritti religiosi indiani. Da questi scritti si riprende il concetto di Maya cioè il mondo delle rappresentazioni fenomeniche originato da spazio.
Molto importante è stata anche l’amicizia con Goethe in quanto frequentavano in salotto letterario. Poiché Goethe era un grande appassionato di scienze naturali e pubblico la teoria dei colori affermando che quest’ultimi si formano nella polarità di luce e oscurità, lo stesso Schopenhauer sostenne Goethe sostenendo che la tua percezione del colore dipende dall’occhio.
Egli ha inoltre influenzato anche Freud e Nietzsche. Anche quest’ultimo credeva che la natura utilizzi l’uomo per la sua auto conservazione però egli pensa, a differenza di Schopenhauer, che bisogna tutti gli inganni per migliorare la vita e l’esistenza.
Il legame con Freud è perché egli crede che Schopenhauer abbia fondato la psicoanalisi, che pensava che la psiche non fosse altro che pulsione e sessualità. Per Freud la ragione domina la natura e la psiche si sviluppa grazie al principio di piacere- realtà. Da quel piacere vi è la soddisfazione del desiderio.
 Per Schopenhauer nel corpo si manifesta quella forza che la natura esprime nel mondo e che cresce senza scopo( irrazionale).

domenica 10 novembre 2019



L’idea che ha Marx sugli uomini è che loro sono portati a trasferire il proprio essere in Dio perché stanno male nella realtà dove sono costretti a vivere ed è per questo che la religione é l’oppio del popolo perché permette all’uomo di stare meglio con se stesso e di sopportare la sua situazione.

Marx parla dell’alienazione che non è un fenomeno spirituale ma è un fatto concreto come l’alienazione dell’operaio che è alienato nei confronti del prodotto. Egli produce oggetti che non gli appartengono. È alienato dalla sua attività. L’operaio è espropriato dalla sua essenza  dove nel sistema capitalistico il lavoro diventa uno sfruttamento. Ci è inoltre un’alienazione dell’operaio nei confronti dei suoi simili perché è escluso da ogni forma di vita sociale e si relazione soltanto con il capitalista. Per superare l’alienazione si deve modificare la base della società e bisogna individuare la causa che ha determinato questa condizione. Bisogna abbattere la società borghese e le sue istituzioni e realizzare una nuova società comunista in cui è eliminata la proprietà provvista ed è soppressa la divisione in classi.

Marx teorizza il materialismo storico dove l’uomo è un individuo concreto che diviene ciò che è kn base alle condizioni in cui si trova.
Vi è una struttura da cui deriva una sovrastruttura formata dal l’insieme delle produzioni culturali.
La struttura è composta da modi di produzione.
DalLe forze produttive come la forza lavoro, i mezzi utilizzati e le conoscenze.
I rapporti di produzione che coincidono con l’organizzazione del lavoro e con le relazioni tra soggetti coinvolti nel processo produttivo. L’insieme di questi elementi che è la globalità del modo di produzione costituisce la struttura della società.
Le forza di produzione sono sempre espressione di una classe in ascesa e i rapporti di produzione di una classe dominante. Tra di essi si genera un divario e nasce un conflitto di classe tra il proletariato e la borghesia che è destinato a crescere sempre di più.
Marx:


Marx prende le distanze da Hegel. Di quest’ultimo apprezza e rifiuta alcune cose.

Apprezza: l’idea che la storia sia frutto di un processo dialettico

Rifiuta: la riduzione del reale all’ideale e la visione astratta.

Apprezza in Feuerbach l’attenzione rivolta all’uomo come essere che è sensibile e concreto.

Critica la posizione dei socialisti francesi che la giudica borghese e utopistica. Questa   al contrario
Del socialismo scientifico che è fondato sull’analisi della realtà economica e orientato verso una sua trasformazione radicale.

Con il manifesta del partito comunista però esprime il suo obiettivo comunista cioè abbattere il dominio della borghesia per affermare una società senza classi.
Feuerbach:

Il problema principale della sua filosofia è la liberazione dell’uomo dai suoi vincoli come quello religioso che lo rende dipendente da una potenza superiore divina.
Quando scrive “l’essenza del cristianesimo” esso segna il passaggio da una condizione teologica a una antropologica. Egli sostiene che non esiste un essere divino che ha un’esistenza autonoma. L’idea che si ha di Dio deriva dal fatto che l’uomo proietta fuori di se le sue qualità. Dio è quindi la realizzazione dei bisogni dell’umanità. L’uomo però in realtà dipende veramente sala natura esterna cioè l’insieme degli agenti atmosferici e anche da quella interna cioè l’insieme dei desideri impulsi ecc..

La religione per Feuerbach genera L’alienazione e comporta la rinuncia della propria essenza a favore di un essere trascendente ed estraneo. Per questo motivo l’eliminazione della religione diventa il presupposto  per l’emancipazione. Per lui quindi la trasformazione delle idee può portare alla trasformazione di una realtà che non è sempre razionale.

domenica 27 ottobre 2019



Django è uno schiavo nero di proprietà dei fratelli Speck. Dopo un periodo incatenato ad altri schiavi viene rintracciato da un cacciatore di taglie che lo “acquista”. Il servo servirà per rintracciare i fratelli Brittle e da quel momento quindi vi è una collaborazione per trovarli.
Questa breve trama serve solo per farsi una piccola idea del film, che si collega all’idea di Hegel della relazione tra servo e padrone. Questo rapporto nel film non è illustrato totalmente in maniera negativa , ma con ironia. All’inizio c’era un rapporto basato su reciproci interessi, ma verso la fine del film ognuno cambia e acquisisce la propria identità e libertà. Come sappiamo dal rapporto servo-padrone: il signore è la coscienza essenziale per sé. Il padrone procura al servo oggetti e bene che egli si limita a consumare. Il servo invece pur negando questi oggetti, non distrugge le cose ma le trasforma con il suo lavoro. Il servo ha sperimentato il suo essere autocoscienza nella paura della morte, egli preferisce sottomettersi e perdere la propria indipendenza pur di aver salva la vita.



Ragione osservativa: la coscienza nel vano tentativo di raggiungere Dio, scopre di essere essa stessa Dio cioè si essere il soggetto assoluto. Qui l’autocoscienza si eleva a ragione e assume in sé ogni realtà. La ragione inizia a seguire una prospettiva naturalistica, dove segue la scienza basata sulla logica sperimentale e leggi della natura.  Qui nella natura la ragione si disperde e vi é una crisi perché si rende conto che cercando qualcosa di esterno non vi sarà mai un realizzamento.

Ragione attiva: delusa dalla scienza, la ragione si rivolge verso se stessa. Da qui si affermerà la razionalità soggettiva per arrivare poi alla consapevolezza dell’attività creatrice del soggetto. Qui la coscienza cerca di dominare la natura facendone l’oggetto del piacere. La coscienza si dirige verso la legge del cuore e pretende di guarire il mondo da tutti i suoi mali. Così la coscienza afferma la propria individualità come un principio rivoluzionario. Successivamente comprende che si deve andare oltre il sentimento individuale e conquistare la virtù che aspira alla dimensione dell’universalità.


Possiamo dire che la fenomenologia definisce la piena consapevolezza di sé da parte dello spirito che alla fine si scopre il fondamento e origine di tutta la realtà.
Questa piena consapevolezza c’è grazie alma ragione filosofica.
La fenomenologia segue il divenire razionale è alla fine rileva un ritmo dialettico che sarebbe un movimento che ha come sua “origine” un momento negativo( antitesi) che produce un’opposizione rispetto alla tesi. Si afferma quindi  una visione ottimistica della realtà e della storia infatti lo sviluppo dialettico delle realtà necessità appunto di questa contrapposizione e della negazione, ma me supera successivamente in una sintesi superiore. Questa sintesi rivela la razionalità della storia e giustifica ogni evento all’interno di una visione onnicomprensiva. Si identifica inoltre con il sapere assoluto e lo stesso sistema hegeliano.



certezza sensibile: nel momento della sensazione il particolare appare come verità; ma presto esso appare come autocontradditorio, al punto che, per comprendere il particolare, bisogna passare al generale

percezione: nel momento della percezione l’oggetto parrebbe essere la verità; ma anch’esso è contraddittorio perché risulta uno e molti, ossia un oggetto con molte proprietà a un tempo


dell’intelletto: nel momento dell’intelletto l’oggetto appare come un “fenomeno”, il quale è prodotto di forze e di leggi: e qui il sensibile si risolve nella forza e nella legge, che sono appunto opera dell’intelletto; la coscienza giunge a comprendere che l’oggetto dipende da qualcos’altro, ossia dall’intelletto, e dunque da se stessa. In tal modo la coscienza diventa auto-coscienza (sapere di sé)


L’Autocoscienza:

  • la distinzione tra “signore” e “servo”: Il signore ha rischiato nella lotta il suo essere fisico e nella vittoria è diventato, di conseguenza, signore. Il servo ha avuto timore della morte e, nella sconfitta, per aver salva la vita fisica, ha accettato la condizione di schiavitù ed diventato come una “cosa” dipendente dal signore. Il signore usa il servo e lo fa lavorare per sé, limitandosi a “godere” delle cose che il servo fa per lui. Ma, in questo tipo di rapporto, si sviluppa un movimento dialettico che finirà col portare al rovesciamento delle parti. Infatti il signore finisce col diventare “dipendente dalla cose”, perché disimpara a fare tutto ciò che fa il servo, mentre il servo può diventare indipendente dalle cose, facendole
  • Lo Stoicismo:rappresenta la libertà della coscienza che riconoscendosi come pensiero, si pone al di sopra della signoria e della servitù. Ma lo Stoicismo, volendo liberare l’uomo da tutti gli impulsi e da tutte le passioni, lo isola dalla vita e di conseguenza, secondo Hegel, la sua libertà resta astratta, si ritrae dentro sé. 
  • La Coscienza infelice:Questa  coscienza ha solo una infranta coscienza di sé, perché cerca il suo oggetto in ciò che è solo in un mondo irraggiungibile: essa è collocata in questo mondo, ma è tutta rivolta all’altro (irraggiungibile) mondo: ogni accostamento alla Divinità trascendente significa (per la coscienza infelice) una propria mortificazione e un sentire la propria nullità. 







  • Essa descrive l’emergere dell’idea e della ragione nella storia. È un’introduzione alla filosofia ma è anche un fare filosofia. Essa mostra come la coscienza sia capace di portare armonia perduta in un mondo nuovo. Ha una funzione pedagogica perché corrisponde con l’idea della comprensione assoluta.

    La fenomenologia si configura come un romanzo filosofico della coscienza.

    La parola deriva da phainomenon che vuol dire fenomeno/apparenza. É un fenomeno della coscienza umana della storia.

    Vi sono varie figure della Fenomenologia:


    • Coscienza: è l’attenzione per l’oggetto → certezza sensibile; percezione; intelletto 
    • Autocoscienza: attenzione per il soggetto → rapporto  servo-padrone; stoicismo e scetticismo; coscienza infelice
    • Ragione: riconoscimento dell’unità di soggetto e oggetto → ragione osservativa( scienza); ragione attiva(azione individuale); ragione legislatrice e esaminatrice(individualità in se e per se) 

    lunedì 21 ottobre 2019

         





    Hegel e il concetto” ciò che è razionale è reale e ciò che è reale è razionale:

    Con questo Hegel intende riassumere quello che costituisce uno delle cose fondamentali del suo pensiero cioè l'identità tra Ragione e realtà. La Ragione (il razionale) è reale in quanto si attua nella realtà in forme concrete; essa non rimane un concetto astratto, ma si può trovare nel mondo concreto poiché ogni fatto che si realizza ha la ragione del suo verificarsi. D'altra parte tutto ciò che esiste (il reale) è manifestazione concreta della ragione. Non esiste contrasto e nemmeno differenza tra la Ragione e la realtà: ciò che accade è giusto, è logico e naturale che accada. 



    Dialettica: 
    La dialettica è  la legge che regola il divenire. Inoltre secondo Hegel pensare dialetticamente significa pensare alla realtà come ad un insieme di processi che procedono secondo lo schema fisso di tesi antitesi  e sintesi ovvero affermazione di un concetto, sua negazione e infine unificazione di affermazione e negazione in una sintesi superiore. Riaffermazione che viene identificata da Hegel con il termine tecnico Aufhebung, il quale evidenzia l'idea di un superamento.


    lunedì 30 settembre 2019

    Hegel:



    Opera principale: fenomenologia dello spirito dove si applica una dialettica alla storia dove quest’ultima rappresenta una manifestazione del l’assoluto cioè un’idea trascendentale.
    Fenomenologia deriva da fogia cioè discorso ed è il racconto di come lo spirito si realizza.
    Per lui la filosofia é una scienze rigorosa per comprendere la realtà  che è considerata un processo.
    Hegel esprime le sue opinioni riguardanti tre concetti principali:


    • La convinzione della razionalità del reale
    • L’idea che la verità coincida con l’intero e con il tutto 
    • La concezione dialettica della realtà e del pensiero

    Per il primo concetto possiamo esprimere che ciò che è razionale é reale. La realtà coincide con la realizzazione di un principio razionale che è lo spirito che viene definito anche idea o assoluto.
    Questo principio io razionale è onnicomprensivo e non è sostanza ma processo. 
    Vi è una tesi un antitesi e una sintesi e quest’ultima viene chiamata Aufhebung che significa solleverei sopra, è un superamento dove la realtà corrisponde alla storia. 
    La filosofia è una descrizione di tutto ciò che è già avvenuto e comprensione della struttura razionale degli eventi.

    L’idea che la verità coincide con il tutto non consiste in una considerazione delle cose ma le considera in una visione completata e globale.Ogni cosa del reale ha un senso che risiede nella relazione con tutte le altre cose. 

    Per il terzo punto possiamo dire chela dialettica è regola interna della realtà in quanto  la realtà e il pensiero seguono le stesse leggi di sviluppo che si dividono in tre parti: 

    • È definito intellettuale o astratto(tesi) e coincide con la determinazione delle cose. Qui la realtà appare costituita di oggetti separati contrapposti gli uni dagli altri. L’affermazione di un concetto astratto e limitato. 
    • Il secondo è detto dialettico o negazione(antitesi) in esso ogni determinazione si scopre limitata e finito. 
    • Speculativo( sintesi)  la negazione delle negazione è un affermazione dell’unità delle determinazioni opposte. 


    Noi sappiamo che la natura è a pari con lo spirito e questo fa sí che a tutti i livelli essa manifesti già la spiritualità anche se in gradi differenti. La natura è un processo attraverso ciò lo spirito si sviluppa e si rivela per raggiungere l’essere umano e la sua realizzazione. Per ciò Schelling ha una visione organicistica e finalistica dove ogni parte del reale ha senso solo se è in relazione al tutto.
    Vi è un processo attraverso il quale l’uomo si scopre fonte della realtà e egli giunge alla coscienza di sé e si individuano tre fasi:


    • La prima va dalla sensazione che trasmette passività al soggetto di fronte ai dati, all’intuizione produttiva in cui il soggetto si scopre capace di superare il limite imposto dai dati oggettivi. 
    • La seconda va dall’intuizione produttiva alla riflessione dove l’io diventa oggetto di se stesso. 
    • La terza va dalla riflessione alla volontà dove il soggetto distaccandosi dagli oggetti si coglie come volontà e spontaneità. 


    La concezione del l’assoluto ha una forte valenza religiosa anche se la teoria di Schelling non corrisponde alla concezione cristiana  di un Dio creatore. Esso è un principio divino che si auto-manifesta in tutta la realtà e quindi vi è una visione panteistica. Solo alla fine identificherà l’assoluto con Dio, in cui la tensione tra soggetto e oggetto ci mostra un conflitto tra bene e male e da ciò per Schelling discende l’universo. 


    Per Schelling uno strumento per scoprire la profondità della vita è l’arte. Essa è intuizione estetica( ch puo rivelare  l’infinito in quanto è la sola attività umana dove il soggetto e l oggetto si trovano d’accordo.



    Idealismo di Schelling: 


    Egli condivide la tensione verso l’infinito, ma si differenzia dagli altri per l’affermazione della centralità della natura. Per lui il principio infinito creatore della realtà è l’assoluto. Alla natura Schelling fa un riferimento affermandosi sua dignità che era offuscata dal grande io di Fichte. Egli afferma a questa dimensione un esistenza autonoma e indipendente. Non viene più considerata come azione dell’io ma acquista una nuova centralità in quanto è intrisa di infinito ed è un miracolo vivente. La natura per  egli é una realtà, uno spirito solidificato.

    • Il principio assoluto di Schelling non è costituito né dall’io né da una realtà materiale bensídall’unita indifferenziata di spirito e natura
    • Io e non io
    •  soggetto e oggetto.
    • pensiero e mondo

    In Schelling la natura è lo spirito  nella sua forma inconscia, mentre lo spirito é la natura smaterializzata.  La natura dunque ha in se stessa quella tensione tra soggetto e oggetto.

    L’assoluto, il principio infinito creatore della realtà, non si identifica né con il soggetto né con l’oggetto ma si pone al di lá di quest’ultimi. Ed è per questo che la filosofia della natura parte da essa e giunge poi allo spirito e la filosofia che dallo spirito parte da esso e giunge alla natura. 

    domenica 29 settembre 2019

    IDEALISMO DI FICHTE: 

    Egli afferma l’io come attività creatrice del mondo e priva di limiti. 
    Egli teorizza una preesistenza di una “cosa in sé” che è indipendente dal soggetto. Vi è un problema dell’origine del materiale sensibile della conoscenza. A ciò si può collegare l’io penso trascendentale che per Kant non è creatore delle cose ma solo un ordinatore dei dati dell’esperienza sensibile.  Per Fichte non si può ammettere nulla al di fuori del soggetto stesso, il soggetto quindi che non è limitato da nessuna realtà è quindi assoluto e infinito. Questo GRANDE IO è un punto di partenza che deve mostrare deduzione a tutti gli oggetti come la natura, le cose e il nostro corpo. Per Fichte Kant è rimasto prigioniero di una visione della conoscenza avendo appunto posto dei limiti al soggetto. Al contrario l’idealismo negando la cosa in sé, cioè quindi una realtà esterna e indipendente all’uomo afferma l’infinità del soggetto. L’io è quindi libero, è visto come una cosa originaria ossia come il principio da cui il mondo trae la sua realtà. 

    Proclamando un’assoluta libertà del soggetto si apre la possibilità di una realizzazione dell’impegno etico. L’idealismo quindi per Fichte è soprattutto una scelta di vita che coinvolge gli aspetti della personalità. 

    L’io di Fichte è spirito, una tensione verso una meta di perfezione. L’io fichtiano non si identifica con l’io personale, ma con l’io puro o universale. È creatore perché conferisce senso e realtà al mondo. 
    Il fondamento di ogni realtà è l’io puro o spirito, un processo creativo e infinito che si articola in tre momenti essenziali: tesi antitesi e sintesi. 
    Nella tesi l’io pone se stesso cioè si rivela come attività autocreatrice. È l’io stesso a creare la propria esistenza. L’io puro è una persona. 



    Nell’antitesi l’io puro deve opporsi ad un “non io” ossia all’oggetto. Il non io costituisce la natura intenda nel senso come il regno dei limiti. 

    Nella sintesi si riferisce alla concreta situazione del nostro essere nel mondo. L’io oppone, nell’io, all’io divisibile, un non io divisibile. Avendo posto il non io come antitesi, l’io si particolarizza in tanti io empirici e finiti( singoli individui) contrapposti alle singole cose. 


    La natura e il mondo non possono esistere in modo indipendente dall’io che pone il non io e si determina come io empirico grazie all’immaginazione produttiva. 
    Il compito dell’uomo è affermate la propria libertà, infatti il mondo esiste un funzione dell’attività dell’uomo e del suo sito perfezionamento.  Egli ha il suo fine della società, la quale ha l’obiettivo di realizzare la completa unità di tutti i suoi membri grazie alle due leggi morali che sono: 
    Trattare gli altri come finì e mai come mezzi e puntare al perfezionamento degli uomini tramite educazione e per questo si promuove il progresso culturale e morale delle classi sociali. 
    Nostalgia dell’infinito:

    L’aspirazione all’infinito è un tratto della cultura romantica. Tutto ciò nasce da un senso di inquietudine e da un bisogno di assoluto. Quest’ultimo costituisce la metà ideale dello spirito romantico che avverte una nostalgia per le proprie origini divine.

    L’esaltazione dell’arte Novalis e Schelling:
    L’arte rappresenta agli occhi romantico una forma di espressione  alla quale l’uomo può affidarsi ciecamente. È proprio nell’atte che la libertà dell’io trova una realizzazione. L’io imita il divino e prolunga la sua attività creatrice ed è un’idea che già Kant aveva sostenuto. Infatti la  critica del giudizio viene ricondotta al sentimento che consente di cogliere l’essenza del mondo. Il frutto di questo sentimento è l’attività estetica che è una via di accesso alla verità. Quest’attività estetica deriva da Kant e ritorna come “anestetic”, vi è una razionalità per Kant. L’attività estetica è il sentire, sento con i sensi e sento con il sentimento. Il sentimento è un’intuizione immediata. Per Novalis il poeta sa comprendere il senso della natura.

    Esaltazione dell’arte: Goethe
    L’arte si esprime attraverso elementi della realtà concreta e riesce a esprimere L’Unità di finito e infinito. Con questa visione si esprime Goethe in quanto lui crede che il genio artistico riesce a fondere il soggetto con l’oggetto, il finito e l’infinito, natura e spirito. Per Goethe la natura è divina e si identifica con Dio che è la forza che regge tutto. Vi è un’unione tra scienza e poesia che deriva dal legame tra uomo e vita del cosmo.



    È una visione che riconduce l’essere al pensiero negando un esistenza autonoma della realtà.

    Viene contrapposto al:  l'idealismo viene contrapposto in particolare:
    • Al dogmatismo che è il contrario, dove il soggetto trae tra la propria esistenza dell’oggetto in se. 
    • al realismo , secondo cui la realtà esiste indipendentemente dal soggetto. Per gli idealisti, questa concezione sarebbe ferma a uno stadio di inconsapevolezza, incapace di riconoscere che la realtà è una produzione della mente umana.