domenica 29 settembre 2019

Nostalgia dell’infinito:

L’aspirazione all’infinito è un tratto della cultura romantica. Tutto ciò nasce da un senso di inquietudine e da un bisogno di assoluto. Quest’ultimo costituisce la metà ideale dello spirito romantico che avverte una nostalgia per le proprie origini divine.

L’esaltazione dell’arte Novalis e Schelling:
L’arte rappresenta agli occhi romantico una forma di espressione  alla quale l’uomo può affidarsi ciecamente. È proprio nell’atte che la libertà dell’io trova una realizzazione. L’io imita il divino e prolunga la sua attività creatrice ed è un’idea che già Kant aveva sostenuto. Infatti la  critica del giudizio viene ricondotta al sentimento che consente di cogliere l’essenza del mondo. Il frutto di questo sentimento è l’attività estetica che è una via di accesso alla verità. Quest’attività estetica deriva da Kant e ritorna come “anestetic”, vi è una razionalità per Kant. L’attività estetica è il sentire, sento con i sensi e sento con il sentimento. Il sentimento è un’intuizione immediata. Per Novalis il poeta sa comprendere il senso della natura.

Esaltazione dell’arte: Goethe
L’arte si esprime attraverso elementi della realtà concreta e riesce a esprimere L’Unità di finito e infinito. Con questa visione si esprime Goethe in quanto lui crede che il genio artistico riesce a fondere il soggetto con l’oggetto, il finito e l’infinito, natura e spirito. Per Goethe la natura è divina e si identifica con Dio che è la forza che regge tutto. Vi è un’unione tra scienza e poesia che deriva dal legame tra uomo e vita del cosmo.

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