Ragione osservativa: la coscienza nel vano tentativo di raggiungere Dio, scopre di essere essa stessa Dio cioè si essere il soggetto assoluto. Qui l’autocoscienza si eleva a ragione e assume in sé ogni realtà. La ragione inizia a seguire una prospettiva naturalistica, dove segue la scienza basata sulla logica sperimentale e leggi della natura. Qui nella natura la ragione si disperde e vi é una crisi perché si rende conto che cercando qualcosa di esterno non vi sarà mai un realizzamento.
Ragione attiva: delusa dalla scienza, la ragione si rivolge verso se stessa. Da qui si affermerà la razionalità soggettiva per arrivare poi alla consapevolezza dell’attività creatrice del soggetto. Qui la coscienza cerca di dominare la natura facendone l’oggetto del piacere. La coscienza si dirige verso la legge del cuore e pretende di guarire il mondo da tutti i suoi mali. Così la coscienza afferma la propria individualità come un principio rivoluzionario. Successivamente comprende che si deve andare oltre il sentimento individuale e conquistare la virtù che aspira alla dimensione dell’universalità.
Possiamo dire che la fenomenologia definisce la piena consapevolezza di sé da parte dello spirito che alla fine si scopre il fondamento e origine di tutta la realtà.
Questa piena consapevolezza c’è grazie alma ragione filosofica.
La fenomenologia segue il divenire razionale è alla fine rileva un ritmo dialettico che sarebbe un movimento che ha come sua “origine” un momento negativo( antitesi) che produce un’opposizione rispetto alla tesi. Si afferma quindi una visione ottimistica della realtà e della storia infatti lo sviluppo dialettico delle realtà necessità appunto di questa contrapposizione e della negazione, ma me supera successivamente in una sintesi superiore. Questa sintesi rivela la razionalità della storia e giustifica ogni evento all’interno di una visione onnicomprensiva. Si identifica inoltre con il sapere assoluto e lo stesso sistema hegeliano.

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